10 ottobre 2007

ma???

Cos'è sta storia che tutti hanno un blog e riescono a tenerlo più o meno aggiornato e io no!?!?
bisogna assolutamente rimediare.
Vi sto scrivendo dal mio nuovo (2 settimane di vita) laptop, lo stesso strumento infernale che mi sta impedendo di studiare nel primo pomeriggio libero e senza genitori che ho da almeno una settimana....e giustamente direte: che cavolo vuoi studiare se hai finalmente del tempo libero???
non fa una piega, infatti nell'ordine ho mangiato, cazzeggiato al pc, mangiato pane e nutella, dormito, modificato il blog. Ah che vita da universitaria occupatissima...
Come al solito la crisi del blogger mi colpisce e quando mi trovo davanti all'editor di post non so mai cosa scrivere....intanto vi posto questa magnifica poesia che quei geniacci del city hanno messo in copertina stamattina e me l'hanno riportata alla mente...
attimo riflessionde della giornata



Lentamente muore

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.

(P. Neruda)

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