11 settembre 2010

In a New York minute everything can change

È il secondo giorno di scuola della terza liceo, è stata una mattina come tante, abbiamo una nuova prof di lettere abbastanza terrorista che non ce la farà passar liscia dopo il cazzeggio della seconda e infatti, conoscendo la situazione, ci fa una brava dose di minacce preventive. Così tornata a casa al pomeriggio inizio a leggere il nuovo libro di letteratura, nel silenzio di casa mia, dopo pranzo... Si sente il campanello della porta suonare, mia mamma apre, è la zia che abita al piano di sopra che è corsa giù ad avvisarci:"New York!le torri gemelle! Un aereo gli è andato contro!". Confusi accendiamo la tv e veniamo investiti dalle parole concitate dei cronisti, dalle meravigliose immagini dello skyline più famoso del mondo che però è
diventato d'un tratto inquietante. Si parla di incidente, dirottatori pazzi, terrorismo ma sinceramente al momento non me ne frega niente, nella mia immaturità di quindicenne sono più arrabbiata per l'affronto al simbolo di una città che tanto amo piuttosto del significato che ci sta dietro, dopotutto quanti piani saranno stati
coinvolti? 2?3?4? quando spegneranno l'incendio in qualche modo salveranno le persone rimaste bloccate sopra.....Passano i minuti, ci ricordiamo che mio cugino lavorava al wtc ogni tanto, ma la zia americana è irraggiungibile, il telefono non suona
nemmeno. Occhi incollati alla tv, zapping tra i canali che mostrano tutti le stesse immagini....vediamo in diretta lo schianto del secondo aereo. Le immagini ormai si rincorrono senza avere un senso, arrivano notizie confuse dalla Virginia, Washington...iniziano le congetture: perchè? chi? e poi?
Crolla la prima torre. Scoppio a piangere e mi chiudo in camera mia.

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